Il deposito come opportunità

Breve cronaca della giornata di studi organizzata da Icom Italia venerdì 15 marzo a Matera

Intensa e densissima di interventi, la giornata di studi “L’essenziale è invisibile agli occhi – Tra cura e ricerca le potenzialità dei depositi museali” ha senz’altro avuto il merito di accendere i riflettori su una tematica che si annuncia di grande attualità e interesse per il futuro dei musei italiani. Dirigenti del MIBAC, direttori di poli museali, tecnici, associazioni, hanno potuto incontrarsi e parlare di un argomento fino ad ora non molto battuto in Italia, almeno nei convegni. Sottolineo “nei convegni", perché quello che si delineava dagli interventi era, invece, il ritratto di un mondo piuttosto attivo, a livello ministeriale/nazionale ma anche locale. Attività forse poco note, ma estremamente importanti, come quelle legate alla creazione di depositi di emergenza nei territori colpiti dal sisma, che si sono trasformati in veri e propri “musei” temporanei, capaci di riconnettere la popolazione, gravemente colpita dal terremoto, con il proprio patrimonio: una funzione sociale assolutamente preziosa, una testimonianza importantissima di quanto (e bene) si possa fare anche in situazioni di emergenza.

Alcuni dei progetti presentati dai professionisti del MIBAC avevano l’obiettivo di ritrovare i tesori nascosti all’interno dei depositi – è il caso di Sleeping Beauty, presentato da Francesca Condò, virtuoso progetto che ha già avuto il merito di promuovere e attuare interessanti collaborazioni e scambi con musei internazionali negli USA e in Cina – le opere escono dai depositi e sono valorizzate in mostre didattiche organizzate su scala mondiale.

C’è stato anche spazio per interventi più “tecnici”, come quello del nostro grande maestro Gaël de Guichen sul metodo Re-Org (del quale mi riprometto di parlare in un articolo dedicato) esportato dall’ICCROM in tutti i paesi del mondo (ma molto poco in Italia – a breve  – a Milano – il primo esperimento!) e quello di Marjolijn Debulpaep, del KIKIRPA di Bruxelles, che ha diretto un’importante operazione di riordino dei depositi su scala nazionale in Belgio. L’esperienza ricordava da vicino il Delta Plan attuato negli anni novanta nei Paesi Bassi, ma in una versione 2.0 (anche del Delta Plan dovrei parlare un po’ di più, ma per adesso, vi segnalo questo bell’articolo di feedback sull’intera operazione, per farvi un’idea di cosa abbia rappresentato questo piano nazionale nello sviluppo della disciplina della conservazione preventiva).

Molto importanti anche gli interventi riguardanti la gestione dei depositi archeologici, un tema che è stato già affrontato in altri convegni specialistici e che, sopratutto dopo la riforma Franceschini, che sposta la competenza dei depositi delle sovrintendenze ai musei, sembra imporsi come vera futura sfida gestionale e organizzativa.

L’intervento forse meno tecnico ma sicuramente più importante per la visione espressa e le prospettive future è stato a mio avviso quello di Marta Ragozzino, direttrice del polo museale della Basilicata, padrona di casa a Palazzo Lanfranchi, sede della conferenza. Nel suo discorso, di dirigente navigata ma sempre in prima linea nel panorama dei musei italiani, i depositi sono stati più volte associati alla parola “opportunità”, ed è a mio avviso questo il messaggio più importante al termine della giornata Icom: il deposito smette oggi di essere luogo chiuso, polveroso, non frequentato, disordinato, per divenire opportunità di riscoperta, di riappropriazione (come nel citato caso dei depositi post-sisma), di scambio culturale (è il caso di Sleeping Beauty), di team building (è quello che avviene con il metodo Re-Org) e di opportunità di avanzamento in determinate discipline (il problema dei depositi archeologici è a mio avviso un punto cardine della stessa disciplina archeologica oggi).

La giornata si è conclusa con una carrellata di brevissimi interventi sul panorama italiano, che hanno – come spesso accade nell’ambito dei beni culturali in Italia – mostrato un’immagine frammentaria ma tanto desiderosa di fare sistema, di fare rete.

E quello della rete è proprio uno degli obiettivi della commissione costituita dal MIBAC per i depositi: il progetto DIR – Depositi in Rete – è la prossima ambiziosa tappa per i depositi museali italiani. Speriamo che chi si occupa di conservazione preventiva possa essere incluso in questo virtuoso processo!

Un ringraziamento particolare va al comitato organizzativo di Icom e alla presidente Tiziana Maffei per aver creato questa importante occasione di scambio.

E per adesso é tutto, torniamo a breve con un ospite speciale, stay tuned!