Passaggio oltremanica

La conservazione preventiva nelle biblioteche e negli archivi del Regno Unito

Intervista a Giorgia Genco, restauratrice free lance di beni librari e archivistici in Inghilterra

Foto di Graham Lacdao, copyright del Chapter di St Paul’s Cathedral

Su conservazione-preventiva.com, lo avrete intuito, ci occupiamo prevalentemente di collezioni museali. Ma c’è un mondo parallelo, più silenzioso, in cui la conservazione preventiva ha dovuto, per forza di cose, svilupparsi con netto anticipo rispetto ai musei: è il grande mondo delle biblioteche e degli archivi. Istituzioni che hanno la responsabilità di conservare e trasmettere una grande (spesso immensa) quantità di libri e documenti, che non sono destinati all’esposizione, bensì all’uso. Proprio per garantire agli utenti la continuità di quest’uso, le biblioteche hanno dovuto da sempre mantenere un’organizzazione ferrea, non solo in ciò che riguarda l’ordine e la collocazione dei libri, ma anche la loro conservazione. Certamente, esistono biblioteche più virtuose di altre in questo senso, e senza dubbio quelle del Regno Unito costituiscono un esempio da condividere.

Per accompagnarmi in questo rapido passaggio oltremanica, sono felicissima di pubblicare una piccola intervista a una carissima amica e collega, restauratrice e (soprattutto) palermitana come me: Giorgia Genco. Con Giorgia ho condiviso gli anni di studio a Viterbo e a Palermo, stessa università anche se con specialità diverse – il legno per me e la carta per lei – poi le nostre strade si sono divise, lei a Londra, io a Parigi. Oggi ci occupiamo entrambe di conservazione preventiva (lei in più è anche una super restauratrice di materiali archivistici e librari!).

Quale migliore happy end? Ma cominciamo dall’inizio…

1) Come ti sei ritrovata a lavorare in questo campo, con che formazione?

Il mio interesse per la conservazione e il restauro è nato subito dopo aver concluso gli studi liceali, quando decisi di iscrivermi e conseguire la laurea triennale in Tecnologie per la Conservazione e il Restauro, presso l’Università della Tuscia. Durante gli anni a Viterbo, ho sviluppato un interesse per lo studio dei materiali impiegati nei Beni Culturali, focalizzandomi sui materiali organici. Questa passione mi ha spinto a iscrivermi al corso a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Palermo, e a conseguire la laurea con indirizzo Beni Archivistici e Librari. Appena laureata mi sono trasferita in Inghilterra, a Londra, dove ormai risiedo da 5 anni, dopo essere stata selezionata per un internship di un anno promosso dall’Icon (Institute of Conservation) il cui soggetto era “Library Collection Care”.

2) Quali sono le missioni che svolgi normalmente nelle biblioteche e/o negli archivi ?

Mi occupo sia di conservazione preventiva sia di restauro. Le attività di conservazione preventiva spaziano dalla consulenza per la realizzazione di monitoraggi microclimatici ed entomologici degli ambienti di conservazione alla pianificazione ed esecuzione di progetti di spolveratura programmata; all’esecuzione di ricognizioni di collezioni archivistiche e librarie volte a fornire informazioni sullo stato di conservazione, sulle condizioni ambientali, sulle tipologie d’intervento attuabili e sui costi; alla formazione del personale e di volontari; alla compilazione di linee guida su diversi argomenti quali la corretta manipolazione dei manufatti; alla programmazione di campagne di conservazione in situ d’intere collezioni; alla consulenza per l’imballaggio e lo spostamento di collezioni librarie e archivistiche.

Le attività di restauro normalmente prevedono la progettazione, il coordinamento e l’esecuzione d’interventi su manufatti librari e archivistici volti principalmente al consolidamento delle legature e dei materiali originali così da garantirne la conservazione e consentire la fruizione da parte dell’utente.

3) Per cosa si distingue l’approccio inglese in conservazione preventiva, e specialmente nel campo dei beni librari/archivistici?

In Regno Unito la conservazione preventiva è pratica normale all’interno delle istituzioni pubbliche e private. Le grandi istituzioni quali la British Library, il National Archives e il National Trust hanno un dipartimento che si occupa esclusivamente di Collection Care, letteralmente della cura delle collezioni, in altre parole di mettere in atto misure e programmi volti alla conservazione preventiva delle collezioni. Chi non ha disponibili risorse interne, come archivi e biblioteche “minori”, tende ad avvalersi dell’azione esterna di restauratori accreditati e specializzati in conservazione preventiva.

Uno degli obiettivi per gli archivi, le biblioteche e le case-museo è ottenere l’accreditamento che prevede il conseguimento e il rispetto di determinati standard nel campo della gestione, della manutenzione e della conservazione delle collezioni, nonché nei servizi offerti agli utenti e nelle linee guida che gli stessi devono seguire e rispettare quando consultano un bene.

In generale l’approccio è multidisciplinare e il restauratore lavora costantemente a fianco di archivisti, bibliotecari, direttori di musei, ingegneri informatici ed edili etc., evidenziando come la conservazione dei volumi non è meramente confinata all’intervento di restauro su un singolo bene ma è strettamente legata al contesto in cui le collezioni sono custodite.

4) Puoi raccontarci qualche campagna di conservazione preventiva che ti è piaciuta particolarmente e perché?

Più che una singola campagna di conservazione preventiva mi piacerebbe sicuramente ricordare il progetto realizzato dal National Trust per la conservazione della collezione libraria di Sissinghurst Castle, conosciuto ai più per il suo rinomato giardino ma la cui collezione ha un valore unico perché strettamente legata alla vita dei suoi due proprietari, Vita Sackwille West and Harold Nicholson.

Il progetto si è concluso a Dicembre 2018 dopo dieci mesi di lavoro distribuiti in cinque anni, in cui un team formato da restauratori, bibliotecari, catalogatori, curatori e parte dello staff di Sissinghurst ha collaborato a stretto contatto per mettere in atto misure volte esclusivamente alla conservazione preventiva della collezione, quale il controllo dei parametri ambientali negli ambienti di conservazione, sfida ancora più grande se realizzata all’interno di case-museo storiche aperte al pubblico.

Il team dei restauratori, coordinato dalla National Trust Adviser per le collezioni librarie, si è occupato principalmente della conservazione in situ della collezione libraria che ha previsto l’esecuzione di minimi interventi volti alla stabilizzazione dei beni e la realizzazione di contenitori per la lunga conservazione. Inoltre, a scopo divulgativo il lavoro si è svolto di fronte ai visitatori: noi restauratori presentavamo due volte al giorno il progetto al pubblico per informare e sensibilizzare sull’argomento.

E per concludere, qualche sito consigliato da Giorgia se volete approfondire questi temi:

https://www.bl.uk/aboutus/stratpolprog/collectioncare/preventive/

https://collectionstrust.org.uk/collections-management/collections-care-and-conservation/

http://www.conservation-wiki.com/wiki/Main_Page

https://www.imagepermanenceinstitute.org/

Cantiere in situ – Sissinghurst Castle, Kent – National Trust

Realizzazione di contenitori per la conservazione – Carlyle’s House, Londra – National Trust Giorgia Genco è una restauratrice di beni librari, al momento impegnata sia come freelance in Inghilterra che dipendente part-time del London Metropolitan Archives (Londra). Conclusi gli studi in Conservazione e Restauro dei Beni Archivistici e Librari in Italia, nel 2014 comincia la sua avventura in Inghilterra dove, per un anno, svolge un Internship in Collection Care, promosso dall’Icon e dalla National Trust. La sua supervisor, Caroline Bendix, restauratrice freelance, è un’istituzione nella conservazione preventiva in UK.  Da Aprile 2015, Giorgia ha lavorato per diverse istituzioni, quali la British Library, college e collezionisti privati in Inghilterra. Recentemente si è occupata di coordinare e gestire l’imballaggio e la movimentazione della biblioteca di St Paul’s Cathedral.