Metodi per valutare collezioni di grandi dimensioni

Collezioni di beni culturali: come valutarne lo stato di conservazione?

Valutare lo stato di conservazione delle collezioni di un museo, esposte in sala o in deposito, é il primo passo per comprendere lo stato di salute dell’istituzione e, se necessario, prescrivere azioni correttive. Soltanto osservando gli oggetti, la cui salvaguardia é il fine ultimo delle nostre azioni, possiamo comprendere le cause di degrado e cercare di limitarle, e nel migliore dei casi, eliminarle.

In questo articolo parleremo sopratutto di oggetti, ovvero di collezioni mobili. Tuttavia, la valutazione può riguardare anche i decori architettonici di edifici civili, chiese e dimore storiche, altrettanto “parlanti" e rivelatori delle condizioni di salute di questi luoghi assolutamente unici.

Un’altra precisazione, prima di proseguire, riguarda la parola valutazione. In questo articolo parleremo esclusivamente di valutazione dello stato di conservazione delle collezioni e in nessun caso del loro valore (artistico, storico, merceologico, estetico ecc.). Sebbene la valutazione del valore delle collezioni rientri in qualche modo nel processo decisionale da mettere in atto nei piani di conservazione preventiva a lungo termine, questo tipo di esercizio richiede competenze specifiche e un approfondimento a parte, ne parleremo in un articolo specifico.

Nel corso della mia attività professionale in Francia ho avuto la grande opportunità di far parte di un team di ricerca incentrato proprio sulle metodologie usate per la valutazione dello stato delle collezioni in conservazione preventiva, i cui risultati sono confluiti in una pubblicazione, che vi consiglio (ça va sans dire!) la potete acquistare qui.

In questa sezione mi limiterò a sintetizzare per grandi linee le principali modalità e tecniche usate dai professionisti di fronte alla necessità di valutare una collezione, ovvero un insieme (a volte molto grande) di oggetti mobili.

Come valutare grandi collezioni ? Il metodo statistico applicato alla conservazione

Intanto, prima ancora di cominciare l’esame dello stato di conservazione, sopratutto nei casi di grandi collezioni, é necessario capire come affrontare la grande massa di oggetti che ci troviamo di fronte.

Negli archivi, nei depositi archeologici, nei depositi di collezioni fotografiche, nelle biblioteche, dove vengono conservate diverse migliaia di unità, sarà necessario fare una selezione dei beni da osservare, in quanto il tempo richiesto da una schedatura sistematica sarebbe troppo importante. In questi casi ci aiuta moltissimo il metodo statistico di raccolta dati. Sulla grande massa di oggetti, ne verranno prelevati e osservati soltanto alcuni, che andranno a costituire il cosiddetto “campione rappresentativo", ovvero un piccolo gruppo di “rappresentanti" dell’insieme degli oggetti in deposito. Il difficile sta nella scelta di questo campione. Come scegliere infatti gli oggetti “giusti", quelli che rappresenteranno al meglio le condizioni dell’intero deposito?

Molto raramente, tranne in alcuni casi di archivi e biblioteche o di collezioni estremamente omogenee, ci si ritrova a effettuare un campionamento su base casuale: gli oggetti da esaminare vengono letteralmente sorteggiati, senza nessun criterio.

Molto più frequentemente viene invece applicato il cluster sampling: il campione viene scelto sulla base di criteri precisi. Dovremmo in questo caso parlare di campioni e non di singolo campione. Sulla base di criteri come la tipologia di collezione, il materiale costitutivo, il tipo di scaffalatura, la dimensione ecc. le collezioni vengono divise in macro-gruppi. Il campione verrà dunque scelto per ogni categoria all’interno di ogni macro-gruppo, in modo che ogni categoria sia rappresentata nel campione. Si suppone infatti che oggetti dello stesso tipo, dello stesso materiale, conservati nello stesso ambiente, debbano poter avere comportamenti (e quindi degradi) simili. L’esperienza può smentire questo assunto, ma in generale, creare delle categorie rende più semplice la classificazione delle collezioni nel momento in cui si devono presentare i risultati. Nulla impedisce in effetti di identificare, anche all’interno di una stessa categoria, gli oggetti che stanno meglio o peggio. L’idea é che, dopo una stima veloce della quantità di unità, si decide quante in effetti andranno esaminate.

Un piccolo esempio pratico: il deposito archeologico

Immaginiamo ad esempio un deposito archeologico in cui siano conservate su scaffali decine, centinaia di cassette piene di reperti provenienti da scavi. Una prima osservazione ci permetterà di stimare quante cassette per scaffale, e quindi quante cassette sono conservate in totale nel deposito. Su questo totale sarà necessario stimare quante cassette potranno essere rappresentative del deposito. Partiamo da un caso semplice: immaginiamo che il contenuto delle cassette sia sempre più o meno lo stesso (frammenti ceramici ad esempio). Non ci resta che capire quanto vogliamo che il nostro campione sia “efficace". Dovremmo dunque decidere:

  • quanto vogliamo che il campione si avvicini alla “popolazione madre" ovvero l’intero deposito (livello di confidenza)
  • quanto siamo disposti ad accettare che il campione possa sbagliarsi, e deviare dalla popolazione madre (margine di errore).

Bene, a questo punto non ci resta che usare questo pratico calcolatore che ho sperimentato io stessa qui . In questa pagina, oltre a trovare delle spiegazioni molto più approfondite delle mie sulla statistica, trovate questo piccolo calcolatore che vi sarà utile per definire la quantità di cassette da ispezionare. Ovviamente, più é alto il livello di confidenza, più rappresentativo sarà il campione. Al contrario, più sarà alto il margine di errore, più il campione potrebbe “deviare" e allontanarsi dalla popolazione madre e non essere più abbastanza rappresentativo. A voi la scelta del giusto compromesso, sulla base del tempo che avete a disposizione e della squadra che lavorerà in deposito. 

Se la vostra popolazione totale é di 300 cassette ad esempio, e scegliete un livello di confidenza “alto" , ad esempio del 90% con un margine di errore “accettabile" del 10%, il vostro campione darà di circa 56 cassette. Per una squadra di 10 persone, si tratta di poco meno di 6 cassette a testa da ispezionare, il che ha l’aria di essere molto meno inquietante di 30 cassette a testa no? 

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